mercoledì 4 agosto 2010

5. Si fa presto a dire "nuotatore"

Ci sono persone che sono dei film.
Quelli da cinema impegnato.
In bianco e nero. Solitamente bulgari…. Armeni, quando va bene.
Dove il pubblico in sala è rapito, scuote la testa compiaciuto e sussurra “un capolavoro, un capolavoro”. Magari con occhio commosso. Però poi questi film non se li incula nessuna, vengono visti da otto persone e il regista di solito non fa un pasto caldo dal settembre scorso e vive alla periferia del nulla.
 
Ecco, NT (Nuotatore Triste) è così.
Una palla.
Ma una palla vera. Di quelle che vengono scardinate con brugole e piede di porco e poi vengono gettate da un ponte.
Perché perdere quindi un’occasione per rovinarsi un pomeriggio e non incontrare il nuovo caso umano?
 
NT non è brutto. E’ insulso. Che forse è pure peggio.
Nei consueti luoghi ameni e irreprensibili di nome chat, in un momento di stanca in cui non ti caga nemmeno colui che ha come nick “MiVaiBeneAncheSeSeiIlMostroDiLochnessEHaiTreMalattieRare”, si è disposti ad accettare esultanti un qualsiasi messaggio. Quindi, la finestrella arancione che indica un messaggio nuovo viene omaggiata con lanci di coriandoli, trombette e ragazzi pon pon.
 
Peraltro sulla carta, NT qualche qualità ce l’ha. Scrive con un minimo di proprietà. Declina i verbi. Accenna qualche battuta. Peraltro mi dice che fa nuoto da anni e quindi, essendo io una persona spirituale, non vengo sfiorato nemmeno per un momento dall’eventualità di poter mettere gli artigli su un corpo atletico, un sederozzo sodo, un addome disegnato, due gambe simili a tronchi, un… che caldo che ho… vabbè.
Andiamo a bere il consueto caffè.
 
NT: “Ciao”
IOME’: (ossignore tanta miseria manco in Bangladesh) “Ehm ciao, sei tu Nuotatore Triste?”
NT: “Sì, sono io. Vengo da Belluno e odio questa città”

 
Ehi, ciccio. Vieni da una città che, se la consideriamo villaggio, veniamo picchiati dai Puffi perché ritengono la loro Pufflandia più dignitosa, sai? E poi che ci fai qui, allora? Armati e parti, vai con Dio, salpa, emigra e quando arrivi manda una mail. Anzi no, non scrivere, sono già annoiato adesso.
 
IOME’: “Ma dai? E Perché?”
NT: “I Trentini sono chiusi. Il primo anno di università seguivo le lezioni e poi ritornavo sempre a casa”
IOME’: “A Belluno?”
NT: “Sì”
IOME’: “Tutti i giorni, anche con le lezioni alla mattina?”
NT: “Sì”

 
Lo vedi che non sei normale? Ma dai, testa a melanzana, sei più esaurito di Forrest Gamp.
 
IOME’: “Ma adesso cosa fai in questa triste e buia cittadina dove tutti sono cattivi e perfidi?
NT: “Lavoro in Provincia”

 
Ma allora sei proprio stronzo. Ma scusa, se ti fa così schifo perché rubi un posto strapagato a chi, ad esempio il sottoscritto, sarebbe felicissimo di entrare nel magico mondo del lavoro pubblico?
 
IOME’: “Mi dicevi che fai nuoto, vero?”
 
Per la serie, guarda, non si vede manco per sbaglio, hai la stessa fisicità di un merluzzo. Ma di quelli della Findus. E la stessa avvenenza di una verdura. Ma di quelle fresche.
 
NT: “Sì. Beh, diciamo che non sapevo nuotare fino a tre anni fa. Poi ho iniziato a prendere lezioni”.
 
Ah ecco. Un imbranato trentenne che decide di dar da lavorare ai bagnini d’estate cercando di battere involontariamente il record di apnea…
 
NT: “Oh, si è fatto tardi. Beh, direi che è andato bene come primo appuntamento, no?”
 
Come? Dove? Quando? Che primo appuntamento? E poi… bene? Hai detto che sei un nuotatore della domenica, brutto come la fame, odi la mia città e inneggi a un paese odiato dai Puffi!
 
IOME’: “Certo… Dai che ci sentiamo”. Falso. Giuda. Finirò all’inferno.
 
Segue immancabile sms. “Lo sai che sei proprio simpaticA?”.
Scusa?
SimpaticA?
Guarda che mi faccio venire il ciclo, le menate (beh, quelle faccio in fretta) e anche la cellulite (e anche lì, siamo molto avanti).
 
Incontrato per caso in città nei giorni successivi, contatti poi interrotti. Quando ci si incrocia, ci si saluta con un’alzata di testa.
 
E io che pensavo… E il sederozzo sodo? E l’addome disegnato? E il fisico armonioso… Toh, ti sta bene cretino, la prossima volta esci con un camionista di Lainate. Mal che vada rimedio un viaggio su un cingolato.

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