domenica 15 dicembre 2013

Non per me

Ti siedi davanti al pc. Per lavorare. Ma rimani a fissare la pagina bianca di word. E ti rendi conto che stai tenendo duro per gli altri. Non è giusto, ma è quello che ancora ti tiene a galla. Ho la sensazione di essere fatto - senza presunzione - per cose diverse. Che abbiano un senso. Ora, questo senso non lo trovo. Le umiliazioni sul lavoro vengono bilanciate da una serenità sentimentale che è merce rara. Ma ho come la sensazione che a furia di essere ignorato, maltrattato, sfruttato, umiliato, decida di tirare i remi in barca. La cosa che maggiormente mi ferisce? Non essere considerato. Proporre, mostrare entusiasmo, gioia di fare si scontrano contro una cortina di menefreghismo che viene intaccata solo quando conviene a loro. Chi sono "loro"? I "capi", i "responsabili"... Vorrei urlargli: mi state spegnendo, mi state uccidendo! Se a casa non trovassi tutto quel calore che c'è, ho il etrrore che sparirei. Ma devo tornare a fare le cose anche per me.

lunedì 18 novembre 2013

Mai zeder

Così si dice in trentinica lingua per dare l'idea di "tenere duro": mai zeder. Mai cedere. Oggi però mi è venuta, non proprio la tentazione, quanto la sensazione che "potrei" cedere. Lasciare. Abbandonare. Meno male che si parla "solo" di lavoro. Mi dico e mi ricordo quanto sono fortunatoa d averlo. Avere uno stipendio, un "postoatempoindeterminato", che è una di quelle parole che sembrano formule magiche per chi si affaccio oggi al mondodellavoro. Pochi possono anche solo lontanamente immaginare quanto schifo ci sia qui dentro. Quanto siano brutte e laide certe persone. Quanto male facciano. Io non credo che esista qualcuno lassù così interessato a "farla pagare a chi sbaglia". Eiste sicuramente un'entità superiore, ma sarà impegnata in cose più eclatanti, immagino. E così questi esseri pullulano, spadroneggiano... e non mi interessa più immaginare "quanto vivano male, quanto siano privi di affetti". Vorrei giustizia. Anzi, Giustizia. Vorrei che uno fosse valutato per quello che è e quello che fa. Sarebbe già, per queste persone, una punizione esemplare.

venerdì 18 ottobre 2013

Lacrime e motori

In 39 anni di vita c'è stata solo una canzone che, ascoltandola, mi ha fatto piangere. "La cura" di Battiato. Oggi mi sono messo al pc mentre attendevo che cuocesse la torta al cioccolato e pere ed è partita una canzone della Nannini, dedicata alla figlia. E mi sono messo a piangere. Come una vigna. In questi giorni sono tirato come una corda di violino. Ammetto che le ultime novità riguardanti la macchina ("si ritenga fortunato, stava viaggiando su una bara con le ruote") mi hanno eroso l'animo. Non per il danno economico in sè, quanto perché su quella macchina sono salite le persone a cui voglio più bene in assoluto... I miei genitori, i miei nipoti, il mio amore, i miei amici... E penso, se fosse "impazzita come una biglia lanciata a 130 all'ora", come mi ha detto il carrozziere, cosa sarebbe successo? Mi sembra sempre di aver bisogno di una vacanza...

giovedì 8 agosto 2013

Egoista e irriconoscente

Mi sono sentito chiamare così. Devo dire che la cosa mi ha destabilizzato parecchio. Non solo per un fatto che a me sembra di tascurabile importanza, ma anche perché tra i tanti difetti che so per certo di avere, questi due pensavo non mi appartenessero. Tuttavia se una persona mi vede così, forse è il caso di rifletterci sopra. Alcuni anni fa una psicologa (eggià, anch'io faccio parte del nutrito mondo "andiamo dalla strizzacervelli"... un anno molto proficuo, peraltro) mi disse che avevo una sorta di complesso. Quello di voler salvare il mondo e che avevo una sorta di arroganza nell'imputarmi le cause di tutto: il malumore di un amico, un insuccesso di un consocente, il riscaldamento globale, i birkenstock con i calzini... Una cosa che pensavo cozzasse con l'egoismo... Chissà invece sono talmente subdolo e calcolatore che non faccio niente per niente... e inconsciamente sono una specie di merda con le gambe... Devo rifletterci su...