domenica 15 gennaio 2012

"Pensa a chi sta peggio". Ti do una craniata!

"Stai male? Beh, ma pensa a chi sta peggio".
Bene.
Commento (raffinato) dalla regia: BELLA MERDA!
Bella, agettivo femminile singolare + merda sostantivo femminile singolare (volg.).

Allora, sono profondamente convinto che non sia giusto lamentarsi sempre. C'è chi scartavetra le balle altrui lamentandosi di tutto: dalla strage con diciotto morti all'unghia incarnita. Riuscendo ad avere la stessa intonazione funerea nel dire "ieri tutta la mia famiglia è stata ficcata in un compattatore in una fabbrica in provincia di Ragusa" e "sono andato al super e avevano finito i broccoli".

Però, non è giusto dover mettere sempre da parte i propri malanni, i propri guai, i propri dolori. Altrimenti, che nessuno si lamenta di più. Perché chi sta male deve pensare a chi sta malissimo. E quindi non si può lamentare. Chi sta malissimo deve stare zitto in rispetto a chi sta malerrimo. E quindi non si può lamentare. Chi sta malerrimo non può dire baf in rispetto a chi è pervaso da ansia suicida devastante e annichilente. E quindi non si può lamentare. Ma non temete, anche chi è pervaso dalla disperazione acuta troverà comunque qualcuno che sta peggio...

E dunque?
E dunque prendiamoci quella libertà di dire "Sto male", rognando e lamentandosi a pieni polmoni e con occhi devastati da ettolitri di lacrime. Perché dobbiamo prenderci il diritto di stare male. Senza se e senza ma.

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