domenica 15 dicembre 2013

Non per me

Ti siedi davanti al pc. Per lavorare. Ma rimani a fissare la pagina bianca di word. E ti rendi conto che stai tenendo duro per gli altri. Non è giusto, ma è quello che ancora ti tiene a galla. Ho la sensazione di essere fatto - senza presunzione - per cose diverse. Che abbiano un senso. Ora, questo senso non lo trovo. Le umiliazioni sul lavoro vengono bilanciate da una serenità sentimentale che è merce rara. Ma ho come la sensazione che a furia di essere ignorato, maltrattato, sfruttato, umiliato, decida di tirare i remi in barca. La cosa che maggiormente mi ferisce? Non essere considerato. Proporre, mostrare entusiasmo, gioia di fare si scontrano contro una cortina di menefreghismo che viene intaccata solo quando conviene a loro. Chi sono "loro"? I "capi", i "responsabili"... Vorrei urlargli: mi state spegnendo, mi state uccidendo! Se a casa non trovassi tutto quel calore che c'è, ho il etrrore che sparirei. Ma devo tornare a fare le cose anche per me.

1 commento: